Cookie Consent by Free Privacy Policy website Expo Osaka '70: il progetto redatto da Maurizio Sacripanti per il padiglione italiano a Osaka ‘70
settembre 23, 2015 - Maxxi

Expo Osaka '70: il progetto redatto da Maurizio Sacripanti per il padiglione italiano a Osaka ‘70

Uno spazio che si muove può significare un paese che si muove. (Maurizio Sacripanti)
Una struttura in movimento in cui il tempo diventa quarta dimensione, una sequenza di volumi imprevedibili, pannelli metallici oscillanti che creano spazi sempre nuovi: era questo il padiglione italiano pensato da #mauriziosacripanti nel 1970 per l’Esposizione Internazionale di Osaka.
Un progetto innovativo su cui, a 35 anni di distanza, in occasione di Expo Milano 2015, il #maxxi riflette con la #mostra #mauriziosacripanti. EXPO OSAKA ’70 a cura di Carlo Serafini ed Esmeralda Valente.
Dal 29 maggio al 25 ottobre 2015 nello spazio del Centro Archivi #maxxi #architettura, la #mostra presenta il progetto redatto da Sacripanti con A. Nonis, M. Dècina, G. Perucchini, A. Latini, A. Perilli, R. Pedio e G. Leoncilli per il padiglione italiano a Osaka ‘70 nell'ambito del concorso che ha poi visto vincitrice la proposta di Tommaso e Gilberto Valle. Questo progetto, senza allontanarsi da una effettiva concretezza architettonica, racchiude in sé originalità, invenzione e soprattutto una concezione dell’architettura come declinazione di alternative, come un prodotto dinamico. La funzione espositiva del padiglione viene assolta dal gruppo di progettisti all’interno di un involucro dalle precise connotazioni tecnico-costruttive, ma ciò che ha reso unico il progetto è proprio lo spazio architettonico, capace di mutare nel tempo e nello spazio e di offrire un’esperienza sensoriale nello stesso tempo imprevedibile e concreta.
Il progetto di Sacripanti comprende due piani espositivi sospesi e una doppia serie di sette «lame» circolari di dimensioni decrescenti, sostenute in verticale da torri metalliche. Queste «lame» oscillanti, azionate da un sistema pneumatico, si muovono in modo indipendente l’una dall’altra, generando spazi interni/esterni sempre diversi, anche per il flettersi e il tendersi del mantello esterno realizzato in materiale plastico.
Obiettivo principale della struttura è garantire una “combinatorietà” infinita, realizzare modifiche spaziali mai ripetitive. Ruolo di particolare rilievo è affidato alla luce che attraversa le membrane trasparenti del mantello esterno, con traiettorie sempre differenti dovute ai diversi gradi di inclinazione; rifrazioni luminose che contribuiscono alla ulteriore dilatazione/contrazione dello spazio espositivo del padiglione.
Con la #mostra #mauriziosacripanti. EXPO OSAKA ’70 si rompe il silenzio che troppo a lungo ha avvolto il lavoro dell’architetto e si rende omaggio a un’architettura vivente, ispirata agli organismi cellulari, pensata come un viaggio in un corpo pulsante, i cui tratti caratteristici sono sperimentalità, dinamicità e spettacolarità.
Maurizio Sacripanti (1916-1996) Si laurea nel 1942 a #roma, dove per molti anni ricoprirà la cattedra di composizione architettonica. All'attività di docente affianca quella di progettista e scrittore. Il suo pensiero è fortemente segnato dalle amicizie con artisti, letterati e scienziati che hanno profondamente inciso sulla sua vita di architetto, anche in virtù del suo essere un convinto sostenitore dell'inscindibilità delle discipline artistiche. Pochi anni dopo la laurea vince il primo premio nel concorso per la sistemazione di Piazza Garibaldi a Perugia. E’ il segno di quella precocità dell’invenzione che è la cifra significativa della sua attività progettuale. Dopo alcune realizzazioni di complessi residenziali di chiara matrice razionalista, negli anni Sessanta Sacripanti comincia a sperimentare un linguaggio che porta alla frantumazione del volume. E’ il caso del lavoro di scavo del volume cui è sottoposta la torre del grattacielo Peugeot a Buenos Aires (1961). Nei concorsi per il teatro di Cagliari (1964-65) e per quello di Forlì (1974-77) enfatizza la predilezione per lo spazio scenico mobile e per la macchina teatrale, una rilettura del gropiusiano “total theater” attraverso un linguaggio di segni che si rifanno a Kahn. Da menzionare è senz'altro il progetto per il Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale di Osaka 70, che per Sacripanti si traduce in una occasione sperimentale e creativa privilegiata per dare forma al tema dello spazio in movimento, c
he caratterizza molti dei suoi progetti. Il tema dell’articolazione volumetrica si ritrova anche negli edifici scolastici degli anni Settanta e Ottanta, a Molfetta e a Sant’Arcangelo di Romagna. La sua carriera culmina con la costruzione del #museo civico “Parisi-Valle” a Maccagno (Varese) (1979-98) per il quale riceve il Premio In/arch 1991-1992. La ricerca del significato materico dell’architettura si manifesta nella ricerca di un segno poco aggraziato nei disegni, ma soprattutto nella passione per l’espressività plastica del cemento armato.

Maurizio Sacripanti. Expo Osaka ’70
29 maggio – 25 ottobre 2015

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