Il catalogo di #fratelliboffi amplia la sua proposta includendo le novità 2015. Nella cornice di una pubblicazione eclettica, così come il marchio che rappresenta, le collezioni e i prodotti vengono proposti in una progressione cronologica che riesce ad evidenziare sia lo storico percorso di #fratelliboffi che l’estrema attualità dei pezzi a catalogo: da collezioni storiche degli anni ’90 come Antologia, firmata da Aldo Cibic, alle ultime Blend Collection, After Adam e Good Vibration che hanno coinvolto designer come Archer Humphryes Architects, Philippe Bestenheider e Ferruccio Laviani.
Salone del Mobile 2015: lo stand
In occasione del Salone del Mobile 2015 gli Archer Humphryes Architects hanno dato vita ad uno spazio classico e architettonico, dominato da colori scuri ed eleganti come il grigio, l’avio e il legno scuro. Lo stand di #fratelliboffi di quest’anno si è dunque ispirato alla tipica house britannica, archetipo della villetta dal tetto spiovente, trasformato in un living sfrontato, sardonico e irriverente dallo styling di RavaioliSilenziStudio. L’estrema cura e la ricercatezza di colori, finiture e materiali ricrea un living raffinato e fuori dagli schemi che propone diverse composizioni raccolte in un percorso all’interno di un eccentrico salotto: perfetta cornice per i pezzi della Blend Collection.
Fratelli Boffi e la moda
Lo stile iconico di #fratelliboffi si presta alla moda maschile. In occasione del Press Day di Sergio Rossi, dove è stata presentata la nuova collezione calzature uomo SS2016, l’azienda è stata coinvolta nell’allestimento con uno dei suoi pezzi più celebri: la poltroncina Lui5 disegnata da Philippe Bestenheider. Lui5 è diventato in pochi anni un classico dell’arredo, le tecniche di lavorazione tradizionali della sedia in paglia di Vienna sono riprese con fedeltà e maestria, mentre le forme curve e dolci del modello originale lasciano spazio a linee semplificate e forme cristallizzate, che si moltiplicano nello spazio conferendo a questo oggetto un look accattivante e futuristico. Il nome è un chiaro riferimento alla forma pentagonale scelta che diventa l’unità di misura della struttura e che ossessivamente si ripete: dalla sezione delle gambe alla costruzione dei pannelli che compongono seduta, schienale e braccioli.
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