Cookie Consent by Free Privacy Policy website Dornbracht - Ha ancora senso parlare di tendenze o stili nel mondo digitalizzato e globalizzato in cui viviamo?
gennaio 16, 2018 - Dornbracht

Dornbracht - Ha ancora senso parlare di tendenze o stili nel mondo digitalizzato e globalizzato in cui viviamo?

Dornbracht ne ha parlato con #lyndonneri e #rossanahu di Neri&Hu (Shanghai) insieme a #rafaeldecardenas di Architecture at Large (New York), in un talk moderato da Marcus Fairs nell’ambito delle #Dornbracht Conversations 8. 

Partita nel 1996 con l’intenzione di approfondire il concetto di una cultura del #bagno, l’azienda di Iserlohn è riuscita a far dialogare tra loro professionisti del mondo dell’arte, della musica, dell’architettura e del #design. Da allora con i suoi “Culture Projects” promuove esposizioni e progetti come fonte di ispirazione per progetti di lunga durata, ma anche per guardare il mondo con occhi diversi. 

Dal 2008 le #Dornbracht Conversations offrono una piattaforma di dibattito pubblico tra diverse discipline. Gli ospiti dell’ottava edizione sono stati #lyndonneri e #rossanahu di Neri&Hu (Shanghai), insieme a #rafaeldecardenas di Architecture at Large (New York). A partire dal titolo “Are interior trends over?”, Marcus Fairs, fondatore e direttore di Dezeen, si è intrattenuto con gli architetti nel FvF Space del quartiere Kreuzberg a Berlino per capire se ha ancora senso parlare di tendenze o stili nel mondo digitalizzato e globalizzato in cui viviamo.

Il tema non è nuovo per l’azienda tedesca, che si sta da tempo interrogando riguardo agli stili in #architettura e che vede nel nuovo rubinetto Vaia un ottimo spunto di discussione.  Progettata per #Dornbracht da Sieger #design, la linea è ispirata al transitional style, sinonimo di un nuovo eclettismo in grado di combinare tra loro stili contemporanei e classici. “Vaia è stata realizzata per integrarsi con le serie Madison e Tara e inserirsi perfettamente in contesti di #design sia tradizionali che moderni”, ha spiegato Holger Struck, brand director di #Dornbracht, all’apertura della tavola rotonda. Ma quali sono i tratti distintivi di un #bagno in transitional style? Per rispondere a questa domanda, #Dornbracht ha chiesto agli architetti #rafaeldecardenas e Neri&Hu di disegnare ciascuno un ambiente adatto alla serie Vaia.

Alla domanda se gli architetti avrebbero definito il loro lavoro con uno stile specifico, #rossanahu ha risposto: “Ci piace pensare di non essere vincolati da riferimenti precisi.” Oggi gli architetti e i designer non vogliono essere legati a un determinato stile, ma aspirano a far emergere una nuova firma, data dalla molteplicità di stimoli che provengono dall’ambiente in cui nascono le loro opere. #lyndonneri ritiene che il proprio background culturale possa essere, per lo meno a livello inconscio, un fattore che gli permette di unire stili e culture diversi. Di origini cinesi, è cresciuto nelle Filippine e ha studiato #architettura negli Stati Uniti. Trova il tema della transizione, ovvero del passaggio, interessante per la sua opera architettonica sia a livello spaziale che temporale come stato intermedio, ha proseguito Neri. Nei loro progetti spesso Neri&Hu infondono alla storia nuova vitalità per traghettarla nel futuro, ha spiegato #rossanahu fornendo esempi di progetti, come la ristrutturazione del New Shanghai Theatre, ultimata l’anno scorso.

L’idea dell’ambientazione per la serie di rubinetterie è nata nel corso di un progetto al quale Neri&Hu stavano già lavorando: la “House for an Introvert, House for an Extrovert”. #Dornbracht ha fatto riprodurre in scala il progetto del #bagno: davanti al cemento grezzo si alza una parete di marmo con un lavabo dorato, sopra il quale scendono dal soffitto due specchi di forma circolare. In una visualizzazione si può osservare una piscina posta di fronte al complesso, sopra la quale si apre in alto verso il cielo una copertura curva in cemento. Lo spazio immaginario incarna il passaggio permanente tra l’interno e l’esterno, tra il bagnato e l’asciutto, ha spiegato #lyndonneri illustrando il concept. “Una parte dell’introverso resta sempre estroversa e una parte dell’estroverso introversa”.

Alla luce del riferimento formale della struttura in cemento alle opere di Le Corbusier, Marcus Fairs ha chiesto se ci fossero degli eroi a cui il duo potesse inconsapevolmente ispirarsi. A questo proposito #lyndonneri ha detto di trovare in generale lo stile meno interessante come concetto figurativo. Li hanno colpiti ad esempio le qualità spaziali di Valerio Olgiati e i dettagli di Carlo Scarpa. Quando progettano, Neri&Hu non si preoccupano delle opinioni, ma partono sempre dalle esperienze evocate dallo spazio, dando voce all’anima di “architetti tradizionali” che è in loro.

Rafael de Cárdenas invece ha raccontato che per realizzare il suo progetto per #Dornbracht è ricorso dapprima a dei modelli. Tra gli altri, ha mostrato l’immagine di un ristorante le cui forme dovrebbero infondere negli ospiti un senso di familiarità. A questo scopo Cárdenas ha utilizzato una combinazione di elementi che, come ha dichiarato, “a tutti è già capitato di vedere qualche volta da qualche parte”. “Non vivo in un ambiente sottovuoto”, ha spiegato il newyorchese. A casa non ha libri, ma riviste, perché vuole osservare la cultura attraverso la lente del suo tempo. Molte delle sue opere traggono spunto dai film degli anni ‘80 che lo hanno segnato in gioventù. Per il tema del transitional style ha progettato per #Dornbracht una struttura spaziale in muro di mattoni che si presenta come un gioco con linee di vista.

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

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