Tubes, azienda trevigiana famosa per i suoi caloriferi di #design, è stata scelta con il #prodotto Origami, dai curatori di #design.VE, la manifestazione che animerà #venezia a partire dal 23 maggio, parallelamente al primo mese della Mostra Internazionale di #architettura.
Origami free-standing, celebre calorifero elettrico plug&play selezionato nell’edizione 2017 di ADI #design Index, sarà esposto all’interno della mostra collettiva principale, fulcro dell’intera iniziativa, organizzata presso Palazzo Morosini Gatterburg, il cui concept e titolo sarà #design After Darwin. Adapted to Adaptability.
Origami, disegnato da Alberto Meda per #tubes, ben si lega al tema curatoriale della mostra e ai suoi quattro filtri concettuali – molteplicità, riconfigurazione, riutilizzo, trasfigurazione - per la sua versatilità, trasportabilità, adattabilità ad ambienti diversi e trasformazione degli stessi, nonchè flessibilità dimensionale, resa possibile dalla sapiente capacità costruttiva di #tubes e dall’utilizzo della tecnologia dell’estrusione dell’alluminio.
Elemento d’arredo poetico, sinuoso, snodato e flessibile, Origami permette così di dar vita a tipologie di #prodotto diverse a partire da un modulo curvilineo, che alterna parti cave al cuore scaldante.
Come un paravento ha la possibilità di essere ripiegato e assumere a proprio piacimento forme mutevoli, dialogando con lo spazio in cui viene installato, affiancando alle funzioni, proprie o accessorie, la possibilità di separare due ambienti, di preservare la privacy e di amplificare un’atmosfera di riservatezza.
Con #design.VE #tubes torna a #venezia in occasione di una Biennale, dopo la partecipazione alla Biennale del 2015 con Add-On e Kangeri disegnati da Satyendra Pakhalé, nel contesto dell’Esposizione Internazionale d’Arte all’interno della mostra-ricerca che il Padiglione #venezia (Giardini), curato da Aldo Cibic, dedicò all’«arte del saper fare», e il coinvolgimento in Venice #design nel 2016, in coincidenza della 15esima Biennale di #architettura di #venezia, sempre con un’opera di Satyendra Pakhalé.
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