Nei suoi cento anni di storia #olivari ha sempre ricercato il massimo della qualità affidandosi alla creatività dei migliori architetti e designer.
#olivari sarà presente al BAU 2019, la fiera biennale di #monaco che si terrà dal 14 al 19 gennaio.
BAU è la Fiera più importante del settore della costruzione in Europa. un’ occasione di incontro tra produttori e acquirenti provenienti da tutto il mondo.
Grazie all'ampia gamma di prodotti presenti, BAU attira tanti professionisti della costruzione: architetti, ingegneri, costruttori e pianificatori, contract manager e rivenditori specialisti.
Olivari in particolare presenterà due maniglie realizzate da nomi illustri nel mondo dell’architettura e del #design internazionale: Piero Lissoni e Vincent Van Duysen.
Plume ideata da Piero Lissoni, è una maniglia semplice, ampia e molto confortevole, naturale e come levigata dal tempo, moderna ma perfettamente a suo agio anche in un ambiente classico.
Vincent Van Duysen, è l’autore della maniglia Icona, dall’estetica essenziale, neutra, una sorta di “passe- partout’” , con un tocco di memoria ma allo stesso momento contemporanea e moderna. Dall’ ergonomia corretta, grazie ad una sezione ricercata, piana all’esterno e stondata all’ interno, che genera una sensazione inaspettata e piacevole.
Olivari assicura sempre l’elevata costanza qualitativa e la durata nel tempo di tutti i suoi prodotti, che sono sottoposti a una precisa sequenza di fasi di lavoro: forgiatura a caldo e tranciatura, lavorazioni meccaniche, smerigliatura, vibratura, lucidatura, deposizione galvanica, rivestimento PVD e laseratura identificativa.
L’intero ciclo produttivo infatti si svolge completamente all’interno degli stabilimenti #olivari di Borgomanero, a nord-ovest di Milano: un tratto distintivo di cui l’ azienda è particolarmente orgogliosa
Milano, novembre 2018
OLIVARI, 100 anni di storia
Nei suoi cento anni di storia la #olivari ha sempre ricercato il massimo della qualità affidandosi alla creatività dei migliori designer ed architetti. Di generazione in generazione la famiglia #olivari ha tramandato fin ad oggi l’attenzione per i dettagli, la ricerca dell’innovazione e soprattutto la passione per il lavoro.
Gli inizi
Battista #olivari fondò l’azienda nel 1911 a Borgomanero, in provincia di Novara, dove ancora oggi si trovano gli stabilimenti ed avviene l’intera produzione di maniglie. Nel 1926 gli succedette la moglie Antonietta Ramelli, a quell’epoca una delle poche donne a capo di un’azienda, e già negli anni Trenta iniziarono le prime collaborazioni con i più importanti architetti italiani dell’epoca: Marcello Piacentini e Gio Ponti.
Dopo la guerra
Dopo la seconda guerra mondiale la ditta, passata nelle mani dei fratelli Ernesto, Ambrogio e Luigi, contribuisce alla ricostruzione lavorando fianco a fianco non solo con Gio Ponti, che disegna un classico come la maniglia Lama, ma anche con architetti della statura di Franco Albini, Ignazio Gardella, Angelo Mangiarotti, Luigi Caccia Dominioni e i BBPR. Questi progettisti disegnano maniglie di grande bellezza appositamente per i loro edifici, che poi rimangono nel catalogo #olivari. Alcune di queste sono tutt’oggi in produzione, testimonianza di una qualità estetica senza tempo.
Gli anni Sessanta
A partire dagli anni Sessanta la #olivari, alla ricerca di soluzioni progettuali sempre nuove, decide di coinvolgere i maggiori esponenti del #design italiano, come Sergio Asti, Marcello Nizzoli e Joe Colombo. Nello stesso tempo non smette di seguire l’evoluzione della tecnologia: è così che nel 1959 introduce sul mercato Bica, la prima maniglia in alluminio anodizzato, e nel 1970 Boma, la prima maniglia in resina colorata: entrambe diventano rapidamente due iconici best-seller.
Gli anni Ottanta
Negli anni Ottanta l’azienda passa progressivamente alla terza generazione della famiglia #olivari, che inizia a fare esperienza e ad apportare il proprio fresco entusiasmo. Vengono chiamati nuovi progettisti: Giorgetto Giugiaro, Ferdinand A. Porsche, Rodolfo Bonetto e Giotto Stoppino, che vince il Compasso d’Oro con la maniglia Alessia.
Gli anni Novanta
Il decennio successivo è segnato dalla proficua collaborazione con Alessandro Mendini, che in qualità di art director ripensa l’immagine dell’azienda e la porta a riscoprire le proprie radici, con il libro: “L’ #architettura presa per mano. La maniglia moderna e la produzione Olivari”. Arrivano così le maniglie di Paolo Portoghesi, Oscar Tusquets, Andrea Branzi, Massimo Iosa Ghini e Vico Magistretti.
Gli anni Duemila
Con gli anni Duemila si assiste al rinnovamento dei processi produttivi, altamente automatizzati e compatibili con l’ambiente, e all’introduzione delle finiture Biocromo e Superfinish. Rodolfo Dordoni, James Irvine, #pierolissoni, Patricia Urquiola sono alcuni dei designer coinvolti, ai quali si aggiungono grandi protagonisti dell’architettura contemporanea: Shigeru Ban, Steven Holl, Toyo Ito, Daniel Libeskind e
Dominique Perrault.
Gli anni Duemiladieci
All’ inizio degli anni Duemiladieci, si festeggia il centenario dell’ azienda e viene realizzato il libro: “Macchina semplice. 100 anni di maniglie Olivari”, presentato in Biennale #architettura a Venezia e in Triennale a Milano. Grandi progettisti contemporanei, quali #pierolissoni, Rodolfo Dordoni, Patricia Urquiola, Jean Nouvel, esprimendosi con linguaggi diversificati, creano maniglie minimali, ergonomiche, scultoree, ironiche. E poi ancora UNStudio, Zaha Hadid, Rem Koolhaas, Marcel Wanders e #vincentvanduysen ...
Quali meraviglie ci riserverà #olivari in futuro?
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