Cookie Consent by Free Privacy Policy website Dampaì e Carcere di Porto Azzurro, dalla collaborazione nasce un percorso di produzione artigianale ad alto tasso di sperimentazione sociale
febbraio 21, 2020 - Dampai

Dampaì e Carcere di Porto Azzurro, dalla collaborazione nasce un percorso di produzione artigianale ad alto tasso di sperimentazione sociale

Il carcere di Porto Azzurro e l’azienda #Dampaì hanno dato vita a un progetto innovativo: produrre borse fatte mano nel laboratorio artigianale nato all’interno della casa di reclusione.

Può il #design oggi unire le persone e mettere in circolo la dignità del lavoro? La risposta è certamente sì. Ed è questo l’obiettivo che due persone appartenenti a mondi apparentemente distanti si sono prefissate di raggiungere, collaborando. Simona Giovannetti, anima creativa di #Dampaì, e il direttore del carcere di Porto Azzurro Francesco D’Anselmo, suo convinto alleato, hanno dato vita ad un progetto che travalica l’interesse commerciale e si fa impresa #sociale, perché mette al centro le relazioni tra persone, che insieme realizzano oggetti dalle linee fortemente caratterizzate.

Il noto brand di #design e #moda nato all’isola d'Elba nel 2011 da sempre inserisce temi d’attualità e azioni fuori dagli schemi produttivi classici nelle sue creazioni, facendo spesso parlare di sé. Dal 2018 #Dampaì ha trasferito il suo magazzino all'interno della Casa di reclusione 'Pasquale De Santis'. Da questa esperienza è maturata l’idea di aprire un vero e proprio laboratorio di produzione artigianale. Due detenuti sono stati scelti sia per gestire il magazzino che per realizzare i nuovi accessori #moda. #Dampaì ha effettuato una formazione professionale specifica alle persone scelte, che sono state poi assunte e stipendiate dall’azienda di moda/design. Il percorso si è sviluppato velocemente, con particolare attenzione agli aspetti gestionali e umani innescati dal processo produttivo che deve confrontarsi con le regole di un carcere. Il primo prezioso frutto di questo delicato lavoro di squadra è stato la messa in commercio, presso i #Dampaì Stores dell’isola d’Elba e presso alcuni rivenditori #Dampaì in Italia, dei primi tre modelli di borse interamente confezionate all’interno del carcere: la TWO e la THREE, due borse a mano/tracolla in gomma espansa, e la #borsa in rete LILLY che è trasformabile in zaino.

Ma c’è di più. A dicembre è stata presentata la #borsa VENTOSA (di vento) completamene realizzata a mano, con grandi cuciture anch'esse in pelle che il cliente potrà scegliere tra il giallo, il bianco ed il nero.

Una volta scelte la propria combinazione, la cliente, attraverso #Dampaì, ordinerà la propria #borsa ed un detenuto la produrrà appositamente per lei. Ci vorranno dai cinque giorni ai quindici giorni per realizzare la #borsa e recapitarla all’acquirente.

Questa filiera di produzione ha più finalità:

  • permetterà di realizzare borse dalla foggia unica perché personalizzata,
  • permetterà soprattutto un vero e proprio scambio tra cliente e detenuto.

Obiettivo dichiarato: ridurre il profondo sentimento di isolamento del detenuto attraverso una sorta di abbattimento di barriere psicologiche tra il dentro e il fuori.

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