Verona, 08/02/2021. Ogni tramonto sulle rive del #lagodialqueva, in #Portogallo, è il preludio di uno spettacolo come pochi altri in Europa. È il momento in cui l'astrofotografo #miguelclaro si reca all'osservatorio per preparare telescopi e macchine fotografiche e poter catturare, all’imbrunire, l'immensa coltre di stelle. A 1.100 chilometri, a Martorell, anche #carloselvira - Responsabile Lighting Development di #Seat - e il suo team lavorano nell'oscurità più profonda per testare i sistemi di illuminazione di ciascun veicolo. Due mondi, astronomia e fotometria (analisi dell'intensità della luce applicata al settore automotive), più vicini di quanto sembri.
Alla ricerca della luce migliore. I fari di un'auto sono un elemento fondamentale per il comfort e la sicurezza. “Tutto il nostro lavoro è focalizzato al raggiungimento di un'illuminazione che si adatti perfettamente alle diverse condizioni che possiamo trovare sulla strada”, spiega Elvira. Pertanto, è fondamentale calcolare attentamente la portata e la larghezza dei fari, nonché il contrasto e la definizione della luce che proiettano. #miguelclaro, da parte sua, deve calibrare al millimetro i telescopi e le fotocamere per catturare in tutta la sua intensità la luminosità di costellazioni come Orione, così come le nebulose Pleiadi, Vega e Sirius, le sue preferite.
L'ambiente necessario. Sia che si tratti di ottenere le prestazioni migliori dall'illuminazione più avanzata o dalla fotografia delle stelle, Elvira e Claro devono lavorare con la luce nell'oscurità più profonda. “Il buio è alla base del mio lavoro, perché rivela tutta la bellezza dell'universo”, condivide Claro. “Per me è una necessità”, concorda Elvira. I due esperti trascorrono molto tempo circondati dall’oscurità. Claro lo fa su un balcone che si affaccia sulla riserva Dark Sky di Alqueva, dove “il cielo è totalmente sereno almeno 260 notti all'anno”, come sottolinea l’astrofotografo. Elvira e il suo team, a Martorell, hanno trascorso circa “800 ore al buio per testare e convalidare il sistema di illuminazione della nuova Leon”, spiega il Responsabile Lighting Development di #Seat.
La luce che conta. Per i due professionisti è fondamentale lavorare senza alcun tipo di inquinamento luminoso. “Grazie al cielo buio e incontaminato di questo luogo, le stelle possono essere osservate fino al limite di magnitudine che il nostro occhio può raggiungere, basta alzare lo sguardo per contarne più di 4.000”, racconta #miguelclaro. In luoghi così bui, #carloselvira e il suo team percorrono fino a 30.000 km per testare i gruppi ottici di un singolo modello. Lo fanno nei quattro punti cardinali del pianeta, alla ricerca di climi estremi. “I test in zone calde ci aiutano a verificare la funzionalità elettronica, mentre i test al freddo ci permettono di verificare le distribuzioni ottiche su strada e gli accumuli di ghiaccio”, spiega Elvira.
Due osservatori luminosi. Entrando nel Dark Sky Alqueva, #carloselvira è sorpreso. “È come entrare nel nostro tunnel ottico”, condivide. Si riferisce ai 40 metri di asfalto del Centro Tecnico #Seat dove vengono ricreate fedelmente le condizioni di guida notturna, anche qui con l’obiettivo di osservare puntini luminosi, sebbene in questo caso si tratti, ad esempio, dei 340 #led che compongono i fari della nuova #leon.
La star della fotometria. Il #led, oltre ad offrire una maggiore resa luminosa e durata con consumi ridotti, offre ai lighting designer di #Seat maggiori possibilità in merito a dove, come e quando puntare la luce. “La chiave per noi è garantire una definizione efficiente dell'elettronica di controllo, un concetto ottico che consenta di ottenere le massime prestazioni e un equilibrio tra tecnica e #design per un risultato attraente e sicuro”, sostiene Elvira. È così che sono stati raggiunti, ad esempio, i 1.740 lumen della luce anabbagliante di #leon con una portata di 70 metri, nella sua versione Full #led.
La stessa illuminazione avvolgente. Elvira nota anche la sottile linea rossa che circonda l'osservatorio di Alqueva, con cui l'astrofotografo illumina lo spazio senza distorcere la sua visione e le sue fotografie. “È esattamente come l'arco di luce interno che abbiamo progettato per la nuova Leon”, continua a spiegare l'esperto di fotometria. Un arco progettato, appunto, con lo stesso obiettivo: illuminare senza abbagliare o distrarre il guidatore dal focus principale, in questo caso la strada. “È stata una grande sfida tecnica, ma abbiamo ottenuto il massimo risultato funzionale”, spiega. Inoltre, la striscia a #led dello smart wraparound è anche collegata all'assistente Exit Assistant, che avverte i passeggeri in caso di veicolo in avvicinamento quando si è in procinto di aprire la portiera.
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