Cookie Consent by Free Privacy Policy website Ritorno al futuro: Fiemme Tremila all'ex villaggio ENI di Borca di Cadore
gennaio 25, 2024 - fiemme.tremila

Ritorno al futuro: Fiemme Tremila all'ex villaggio ENI di Borca di Cadore

«Cerchiamo di essere più ‘naturali’ che ‘razionali’, e il paesaggio italiano ne guadagnerà; e ne guadagnerà di forza e di espressione il volto del nuovo insediamento» (Edoardo Gellner, 1960)

Compie 70 anni nel 2024 ma, ancora oggi, entrarci significa mettere piede nel futuro. L’ex villaggio ENI di Borca di Cadore è stato un progetto sociale, urbanistico, architettonico e d’interni, che ha incarnato la visionarietà di Enrico Mattei nell’architettura colta e sincera di Edoardo Gellner: un capitolo straordinario della storia del benessere aziendale e dell’architettura moderna internazionale.
L’obiettivo dell’opera di Gellner, come spiegava lui stesso, era quello di
«non sopraffare i fatti di natura». Sono stati quindi il bosco e l’ambiente a determinare la posizione e le modalità costruttive di tutti gli edifici di questo particolare paese-comunità costruito tra gli anni Cinquanta e Sessanta sulle pendici dell’Antelao e pochi chilometri da Cortina d’Ampezzo. In mezzo secolo qui la foresta è cresciuta come altrove avrebbe fatto in più di 200 anni.
Lo stesso bosco ha ispirato la ristrutturazione di una delle villette che punteggiano la montagna, oggi privatizzate. I proprietari,
animati da un’autentica passione per la filosofia e le forme del villaggio, dal 2020 hanno iniziato una puntuale ricerca di arredi originali per ripristinare il più possibile l’integrità degli interni di Gellner, con poche concessioni dettate dalle moderne esigenze dell’abitare.

Con coerenza verso un’eredità etica, progettuale ed estetica, hanno scelto il legno biocompatibile di Fiemme Tremila per i pavimenti. Un larice, come larici sono gli alberi che circondano la casa: Montefeudo della collezione Echi di Fiemme, caratterizzato da nodi marcati e fiammature brunite che esaltano la luminosità tipica degli interni domestici progettati dell’architetto istriano per il comfort dei dipendenti di Mattei.

Il più naturale tra i pavimenti, frutto dell’impegno di un’azienda dalla visione etica: una superficie salubre, capace di aumentare il benessere generato da un luogo che sembra utopia ma che è esistito davvero.

Un progetto di valore che Fiemme Tremila ha scelto di raccontare attraverso le immagini scattate dal fotografo e artista Luciano Paselli, con la direzione artistica e lo styling di Anna Quinz, creative director. Dialogano con gli ambienti originali anche alcuni mobili della collezione Solo, disegnati dallo studio aledolci&co per il progetto Disegno di Legno di Fiemme Tremila.

Ex Villaggio ENI di Borca di Cadore

È il 1954 quando l’architetto Edoardo Gellner, su invito di Enrico Mattei, presidente ENI, individua gli oltre 200 ettari di terreno adatto a ospitare le vacanze di 6.000 dipendenti del Cane a sei zampe. A Borca di Cadore, a poco più di 10 km dai riflettori di Cortina d’Ampezzo puntati, allora come ora, sulle Olimpiadi Invernali, l’architetto sceglie una zona alle pendici dell’Antelao che ai più sembra solo una pietraia, “un covo di vipere”. E che invece oggi, proprio grazie alla presenza di questo villaggio turistico, è popolata da un bosco rigoglioso. Qui, dal ’55 al ’62, anno della morte di Mattei, sorgeranno: la colonia per 600 bambini e 200 inservienti, 270 case assegnate a sorteggio a dirigenti, funzionari e operai, vicini di casa stagionali, il campeggio per 200 ragazzi, l’Hotel Boite, l’Albergo Corte delle Dolomiti e, sopraelevata, la Chiesa di Nostra Signora del Cadore ideata insieme al maestro Carlo Scarpa. Il progetto di Gellner, che ne discute spesso a cena e la sera con Mattei, è totale: enorme per dimensioni e complessità, minuto nella cura dei dettagli. Dal paesaggio all’assetto urbanistico, dall’uso gioioso del colore alle docce per i bambini regolabili in altezza, da arredi che diventano giocattoli fino all’ultimo dei porta bicchieri, tutto viene progettato con cura. “Dal cucchiaio alla città”, e oltre. Per non sfregiare il paesaggio, l’architetto fa interrare la rete energetica; irriga il territorio con uno stillicidio di acque reflue depurate e acque piovane raccolte dalle case senza grondaie. Gellner e Mattei costruiscono un ecosistema ambientale e sociale, oggi purtroppo parzialmente abbandonato, dove è l’azione dell’uomo a migliorare la vita della natura.

www.fiemmetremila.it